Alcuni fattori climatici e microclimatici possono avere un impatto negativo sull’organismo umano. È il caso del fenomeno delle “ondate di calore” e del conseguente aumento delle temperature i cui effetti
possono avere un impatto sullo stato di salute dei lavoratori specie se associate a umidità dell’aria elevata e se il lavoro si svolge in pieno sole. Anche la radiazione solare ultravioletta (UV) è considerata a tutti gli effetti un rischio di natura professionale per tutti i lavoratori outdoor.
I danni da calore, in ordine di gravità si possono presentare con disidratazione (debolezza, calo di pressione arteriosa, pelle e mucose asciutte, riduzione della diuresi, tachicardia), crampi da calore, stress da calore (confusione, irritabilità, nausea e vomito, ipotensione arteriosa, malessere generale) e colpo di calore (iperventilazione, alterazione stato mentale, aritmie cardiache insufficienza renale, edema polmonare, shock con rischio di morte).
Gli episodi di malore ai danni dei lavoratori causati dall’esposizione al caldo sono da considerare infortuni sul lavoro.
Una stima del rischio da stress calorico può essere effettuata mediante misurazioni della temperatura e dell’umidità dell’aria che permettono di calcolare l’indice WGBT (Wet Bulbe Globe Temperature) e confrontarlo con i valori limite.
UV: la permanenza al sole per un periodo più o meno prolungato può provocare, a causa della radiazione UV, effetti a livello della pelle e degli occhi. A livello della pelle si ha la comparsa di eritema solare, se l’esposizione è particolarmente intensa possono comparire ustioni solari. A livello degli occhi gli effetti possono essere sulla congiuntiva e sulla cornea (fotocongiuntivite e fotocheratite), sul cristallino (cataratta) e sulla retina (maculopatia).
Simulatore del rischio cutaneo: Valutazione rischio UV solare Lavoratori outdoor: esposizione cutanea
Simulatore del rischio oculare: Valutazione rischio UV solare Lavoratori outdoor: esposizione oculare